In queste settimane le pressioni politiche per impedire che il nucleare venga inserito nella Tassonomia Europea della Finanza Sostenibile si sono particolarmente accentuate.
Nella quasi totalità di questi interventi – com’era prevedibile – si tende a distorcere la realtà dei fatti, in particolare evitando di menzionare il fatto che questa eventuale decisione, al tavolo della Commissione Europea, è suffragata da numerose evidenze scientifiche, tra cui quelle del rapporto del JRC, l’ente di ricerca europeo incaricato negli scorsi mesi proprio di valutare se l’energia nucleare soddisfa tutti i requisiti per poter essere inserito nella lista di tecnologie “sostenibili”.
Nel contesto degli eventi legati alla COP26, cinque Paesi (Germania, Lussemburgo, Austria, Portogallo e Danimarca) hanno pubblicato una dichiarazione congiunta nella quale chiedono che il nucleare rimanga fuori dalla Tassonomia. L’Italia non si è associata, e visti i tempi che corrono potremmo già considerare questo risultato come positivo.
Ma per quanto tempo il nostro Paese continuerà a giocare in Europa il ruolo di spettatore passivo? Prendere una posizione, su tematiche così importanti e che coinvolgeranno la vita dei cittadini europei per i prossimi decenni, è un dovere dei nostri rappresentanti! Noi chiediamo che l’Italia si pronunci e sostenga il nucleare europeo, e lo faccia ascoltando le indicazioni della comunità tecnico-scientifica.
L’appello da noi lanciato ha raccolto in pochi giorni più di diecimila firme, sbaragliando numericamente una petizione di senso opposto, nonostante quest’ultima abbia ottenuto un ampio sostegno politico e altrettanto risalto mediatico. Tuttavia, ribadiamo, non dovrebbe trattarsi di una gara: la decisione dell’Europa – e il sostegno che può ricevere dal nostro Paese in tal senso – sarà certamente una decisione ANCHE di natura politica ed economica, ma dovrà prima di tutto basarsi sui dati numerici oggettivi e sulle evidenze dei fatti. E le evidenze dei fatti non devono essere messe ai voti: vanno riconosciute come tali, e accettate. In questo contesto, l’ultimo degli errori che dovremmo fare è affidarci a chi ignora o nega queste evidenze, svelando la matrice ideologica e anti-scientifica della propria posizione. Riusciremo per una volta a fare la scelta giusta?